Dipendenti da generazioni

Mia figlia è un Teletubbies. Rosa. Ci sono Tinky Winky, Laa-Laa, Po, Dipsy e Massy. Che se ne sta nel suo tutone pigiamone, col suo culone dondolante a mezzo metro dal 37 pollici a guardare la tv con aria adorante ed estasiata.

A mio marito non va giù. (Non che abbia il culone, quello è genetico e poi la maggior parte della colpa è del pannolino.) Lui non vuole che lei sia così irrimediabilmente attratta dalla tv.

Ha ragione. (Sì, ma la genetica è come la matematica, una scienza esatta: se non volevi una teledipendente non dovevi fare una figlia con me).

Quando lui si arrabbia e mi fa promettere che non le farò vedere troppa televisione mi viene in mente la pediatra che conobbi due anni or sono durante il corso preparto. Quella donna mi stava simpatica ma la sua demonizzazione nei confronti della televisione me la faceva guardare con sospetto e con sfiducia. Perché quella donna con tre lauree, preparatissima e anche gentile si perdeva in un bicchier d’acqua e non sapeva rispondere alla domanda per la lode: se, come lei diceva, dovevamo accendere la tv solo per vedere qualcosa che ci interessava e poi spegnerla subito dopo, come la mettiamo se a me interessa un programma ogni dieci minuti anzi a volte me ne interessano due in contemporanea ed uno lo devo registrare e quando sono tre devo usare anche Rivideo sul web?

Il vero problema di quelli che danno consigli alle mamme è che non sono mamme dei figli di quelle mamme. E quindi danno consigli senza sapere di cosa parlano e, quando parlano, parlano di utopie senza praticità.

Mettete una giornata normale, una di quelle di 14 ore quando tutto va bene. 14 ore in cui siamo io e la bimba, la bimba ed io. Io e la bimba, la bimba ed io. Io e la bimba, la bimba ed io.

La piccola ci prova appena sveglia a guardare la tv, dicendomi “ato ato”, che vuol dire secondo me “altro, altro” e che comunque dice indicando la tv quindi, mi pare chiaro, vuole vedere la tv. Io resisto, non la accendo, almeno fino a quando devo correre al bagno e non voglio portarmela dietro perché altrimenti non riuscirò a compiere la mia missione con lei che svuota i mobili, usa le mutande sporche come collane e  cerca di tuffarsi nella vasca. Quindi, 5 minuti di tv possono essere di grande aiuto per me e per il mio intestino. Anzi, non di solo aiuto: sono indispensabili.

Per riuscire a pulire casa uso la musica. Lei sente la musica e balla, balla sempre, però purtroppo ha preso l’abitudine di ballare in piedi sul divano allungando la gamba verso il tavolino col risultato di restare incastrata o di cadere a faccia a terra. E se c’è una cosa che amo e mi fa impazzire sono i suoi otto (“otto” lo dice benissimo, è l’unico numero che sa!) dentini meravigliosi che bisogna salvaguardare. Sarebbe più semplice accenderle RaiYoyo e catalizzare la sua attenzione in maniera definitiva ma io resisto.

Poi, tra una tazza di caffè che mi prepara nella sua cucina Disney Princesses, le mie bratz rovesciate tutte a terra mentre cerco di fare il letto, la spesa, tanti tanti baci, la passeggiata e tutto quello che è riuscita ad ingurgitare per strada, si fa ora della pappa.

E se non mi aiuta la tv, da lì non ne usciamo. Perché bisogna distrarla mentre le preparo il pranzo, altrimenti strilla e strepita e mi smonta i mobili della cucina. E poi bisogna anche un po’ distrarla per farla mangiare (altra cosa che quella pediatra non deve mai sapere altrimenti viene e me la porta via!! E io senza Attila noo posso stare). Ché poi, mia figlia mangia come un camionista, quando non è ora di pappa. Ma quando lo è, si trasforma in Kate Moss.

Dopo pranzo si incatena accanto alla tv urlando “ai ai ai”, che sarebbe la sigla di “Un medico in famiglia”. E quindi o devo aspettare che vada in onda su RAIPremium oppure per placarla devo fargliela vedere registrata.

Finalmente si addormenta, e io posso finalmente godermi un po’ di tv in pace. (Doh!)

Poi si sveglia e non ho cuore di non farle vedere “La posta di Yoyo” e subito dopo “Peppa pig”. E poi, tra una colorata e la lettura di duecento libri, di cui però mi fa leggere solo la prima e l’ultima riga prima di doverglieli strappare di mano per evitare che li strappi fisicamente tutti quanti (cosa che io non posso tollerare: sto male, veramente) deve rimangiare e ricomincia il giro.

A quel punto, bisogna solo far passare altre tre ore prima che arrivi il papi. Il quale, al telefono, quando mi lamento che non so più cos’altro far fare alla figlia per non farla annoiare, ha l’energia di propormi millecinquecento cose che io ho già fatto tre volte ognuna solo quel giorno e che solo a sentirmele nominare, vomito.

In ogni caso ci provo, tento: mi faccio aiutare a piegare i panni (col risultato che me li butta tutti a terra dando spallate allo stenditoio da sotto: ci si infila e lo sposta), a stendere la lavatrice (buttandomi a terra tutto e sporcando tutto un’altra volta: come se non avessi altre tre lavatrici minimo da fare); a cucinare (e si magna tutto, questa volta!), magari mi metto a scrivere come sto facendo ora e lei intanto disintegra il salone.

A un certo punto però, arriva papi. E dopo il giubilo e la gioia degna dell’ingresso di Cavani al San Paolo, dopo che padre e figlia hanno giocato posponendo il momento della cena (il che ha appena reso vani tutti i miei tentativi di essere liberi e pronti per le 21:30, orario in cui comincia quel programma che mi interessa), il papi magnanimo permette alla piccola di vedere “Peppa pig” che è il suo programma preferito e che io, a conti fatti, ho visto tutte le volte che è andato in onda ovvero alle 9, alle 12, alle 17 e pure ora.

Ora, lo so cosa state pensando tutti (tranne forse le altre mamme di bimbi piccolissimi che sanno bene, e non hanno avuto il tempo di dimenticare, che non si giudicano mai le altre madri): che faccio il male di mia figlia. Che vede troppa tv e che dovrei rifiutarmi di accontentarla quando me lo chiede con tenerezza o mi minaccia di morte mordendomi le orecchie con violenza.

Io vi rispondo che lo so, c’avete ragione. Però 1) vorrei invitarvi a casa mia a mostrarmi come fare meglio: sono pronta ad imparare 2) a me già così sembra di averle detto no milioni di volte e di aver visto pochissima tv per i miei standard (abbiamo rinunciato alla diretta de “La vita in diretta” perché erano quattro ore no stop).

La verità è che non si può avere tutto dalla vita. Io per mia figlia ho smesso di fumare, di andare in bagno regolarmente, di dormire senza essere interrotta almeno una volta  o senza che lei si prenda tutto il mio spazio facendomi svegliare intorcinata; ho smesso di mangiare quando ho fame, di bere quando ho sete, di fare la doccia ogni giorno, di riposarmi quando sono stanca e di uscire quando ne ho voglia; ho smesso di fare shopping in santa pace senza l’ansia che lei si perda nel centro commerciale o che il padre la sperda perché non sa più come trattenerla. Soprattutto, ho smesso di fumare (l’avevo già detto?).

Quindi è impensabile, ingiusto, assurdo, inumano, cattivo, malvagio, folle che io possa vedere ancor meno tv di quanta ne veda adesso.

Caspita, io sono una madre ma resto pur sempre una telespettatrice. Magari non ogni mattina una donna, non tutto il giorno una moglie, non ogni notte un’amante ma una telespettatrice sì: sempre.

(E poi, lo ripeto, lei è un Teletubbies. Quando spinge in fuori la pancia e mi guarda buffa: mia figlia è un tubo catodico senza antenna ed io non posso forzare e frustrare la sua natura. Giammai.)

spot13