Un “uomo” che si rispetti non ha patria

Detesto il razzismo. Lo condanno, lo odio.

Ma lo odio sempre, io.

Non sono razzista mai, io.

Non solo quando tocca me o qualcuno che conosco e che apprezzo.

Non è solo questione di coerenza, ma di dignità: non permettermi mai di criticare un altro per il solo fatto che venga da un posto diverso dal mio o che sia diverso da me (in qualunque modo) è un fatto che mi aiuta a non vergognarmi di me stessa.

Forse perché mi hanno insegnato che il rispetto è la prima cosa. E la forma di rispetto più alta che ho imparato è quella verso l’essere “umano”.

Apprezzo la provenienza diversa degli altri rispetto alla mia perché penso che possa essere fonte di nuova conoscenza e per me, che sono una gran curiosa di natura, è un’opportunità da non perdere. Sposo la filosofia di pensiero secondo la quale tutti possono insegnarti qualcosa. Non tollero chi pretende di farlo ma credo che tutti siano in grado, in qualche modo.

Combatto ogni giorno, nel mio piccolo e con i miei piccoli mezzi, contro le ingiustizie e le prese di posizione a cazzo contro gli extracomunitari così come contro gli italiani di altra latitudine. E me la prendo duramente sia che a sparare cazzate siano persone che non conosco sia che siano quelle che mi sono più vicine.

Per questo, perché se ho una certezza è quella di essere totalmente “pulita” da questo punto di vista, mi permetto di dire che trovo la manfrina che stanno portando avanti i tifosi del Milan in questi giorni assolutamente pietosa.

Perché sì, è inaccettabile che Boateng abbia subito dei veri e propri ululati durante l’amichevole contro il Pro Patria. Ma è a mio avviso altrettanto inaccettabile che si offenda chi è venuto a Napoli durante il campionato a tifare bardato di mascherine antigas per non respirare la nostra stessa aria.

Vi trovo squallidi, tutti: milanesi, napoletani, romani, americani, israeliani, svedesi, tutti. Tutti voi che vi offendete per le offese che ricevete ma ne restituite di uguali se non peggiori. Per carità, so che rispondere ad un’offesa con un’altra offesa è spontaneo, naturale. Ma quando siamo i primi ad indignarci, dovremmo riflettere bene e chiederci se non l’abbiamo commesso già noi prima, questo sbaglio che ci offende.

Ma oggi predico bene e razzolo male e dunque, stufa di tutto questo caos mediatico, mi difendo diventando anche io razzista come voi, ma contro di voi.

E mi sento orgogliosa di dire, guarda caso alla napoletana, che rispetto alla vostra maleducazione ed errata convinzione di essere al di sopra di qualcun altro, i song e’ n’ata razz.

PS: Il titolo del post è una frase di Emil Cioran. Le virgolette  con le quali ho sottolineato il concetto di “uomo” sono mie.

Salvatore & D10S 005