LASCIATI SCAMPO

La fase esistenziale in cui mi trovo è quella della presa di coscienza. Della semplice, onesta, spiacevole presa di coscienza.
Dove la presa, e la coscienza, sono le mie ed è su me stessa che rifletto.
Non mi importa quanto gli altri abbiano sbagliato nei miei confronti, al momento mi sembra un loro problema: mi interessa di più il fatto che anch’io abbia sbagliato nei loro. Non solo mi interessa, ma lo ammetto e glielo dico.
Mi dicono che in pochi avrebbero la forza di comportarsi come me. Io mi dico che un po’ sono masochista.
Perché al momento, se vengo redarguita sul lavoro, non mi offendo come mio solito. Mi dico che c’hanno ragione, che sono io il problema… approssimativa, incasinata, disattenta. Penso a quando non lo ero, quando ero un caterpillar. Il mio cervello di allora mi appare come una massa solida e compatta, quello di oggi un insieme sfilacciato che rammendo giorno per giorno nel tentativo di non perdere pensieri e memoria.
Mi dicono di non essere troppo severa con me stessa, ma dico che non posso: lo sono stata tanto col mondo, a giusta ragione, che è giusto anche essere obiettivi adesso.
E non fa niente se poi sento un peso sul petto.