Mi disapprovo

Arriva sempre il momento in cui il castello crolla.
E tutta la pressione che hai fatto su te stessa si rivela inutile, debole, manchevole.
Giunge sempre quel momento in cui capisci che non ti basti.
Ed hai bisogno dell’approvazione di qualcuno.
Detesti averne bisogno.
Quanto più sei cresciuta, da sola, emergendo con la forza delle tue braccia dal risucchio, tanto più ti senti sconvolta se capisci che improvvisamente tutta la tua autosufficienza viene meno e a te serve che qualcuno ti dica: brava, ti scelgo come tu sceglieresti me, sei ciò di cui avevo bisogno.
Quando capisci che la tua immagine allo specchio non la guardi più con gli occhi tuoi ma con quelli di qualcun altro, entri in crisi.
E quando scopri che non ti piaci, che non sei abbastanza, che non sarai mai abbastanza, sei perduta.
Dal momento che hai sempre pensato di non aver bisogno del giudizio degli altri, non ti sopporti se ti scopri in attesa di qualcosa che proviene non da te.
Speravi che sarebbe stato sempre così, anzi ne eri sicura: la tua approvazione ti sarebbe bastata per sentirti a posto.
E invece no, non è più così.
Quando l’armadio si apre e una mano prende l’abito fatto su misura per te, quello che avevi nascosto in mezzo agli altri per non farlo sgualcire, tutte le tue sicurezze vengono meno.
E cominci a temere che quell’abito ti vada ormai stretto.
Poi lo indossi e scopri invece che ti va grande.
E’ enorme, non ti sta bene, nessuno ti dice che ti sta bene.
Vorresti che qualcuno ti aiutasse a stringerlo, a ridurne la piega, a cucirne l’orlo.
Vorresti che la mano che l’ha tirato fuori ora facesse qualcos’altro.
Vorresti che qualcuno si prendesse cura di te, ma nessuno lo fa.
Nessuno fa niente.
Nemmeno tu.
Ed è allora che guardi tutto con occhi diversi e parte dell’incanto svanisce.
E’ allora che capisci che per riemergere, devi riprendere a nuotare e fare lunghe bracciate per non annegare.
Devi pensarci tu, a te.
E devi pensare solo a te per non disperdere le tue energie.
Non va bene, non va bene, non va bene.
Non puoi restare lì in basso a guardare sopra di te, dove pare che non puoi più arrivare.
Tu non hai mai avuto paura di non arrivarci.
E’ colpa tua, anche se non lo è.
E’ questa debolezza che devi sconfiggere.
L’abito è enorme per colpa tua: che improvvisamente ti senti piccolissima, in un mondo di adulti.