CORE (DANZANTE) DE MAMMA

tutu

Non c’è nulla che sia più lontano dalla mia persona della danza. Non ho mai amato ballare in nessun luogo e in nessun modo, fatta forse eccezione per il periodo di rincoglionimento da Non è la Rai in cui imitavo le mosse di Ambra e socie alla tv. Non sono mai stata così leggiadra da potermi sentire a mio agio danzando né tantomeno ho mai sopportato l’isteria e la convinzione delle ballerine o aspiranti tali che stanno sempre a competere e che guardano dall’alto delle loro punte tutte le altre sfigate comuni mortali.

Alla luce di tutto ciò, non avrei davvero mai potuto immaginare che una delle emozioni più enormi della mia vita l’avrei vissuta proprio in una scuola di danza, accompagnando mia figlia la grande a fare il suo “provino”. Sì, perchè per essere ammessa bisognava fare una lezione di prova che io ho vissuto come un provino e che per questo mi ha mandata in bestia a prescindere, perchè non si può sentire che i bambini vengano messi così sotto pressione.

(E se poi la rifiutavano, che facevamo? Che le dicevamo, dopo aver dato fuoco alla scuola ed essere stati arrestati?)

Comunque, lei ci teneva tanto e così al provino ci siamo andate. Io tesissima ma con un sorriso a sessanta denti che non si può capire, per evitare che la mia paura arrivasse a lei. Paura di restare delusa, paura di non farcela, paura di non essere abbastanza, paura di riaffacciarmi troppo presto in un mondo fatto di esami che avevo lasciato con gioia da troppo poco.

Inutile dire che mia figlia il provino l’ha superato subito, perchè lei è così, entusiasta di vita. Positiva sempre, senza paura di nulla, sicura di se stessa ed incapace di farsi scoraggiare da chicchessia.

E’ il mio orgoglio, lei. Anche con il tutù che stanno per consegnarci. E che mi è costato un rene, ma siamo appena all’inizio: tra saggi e rate mensili, alla fine, di me a quanto pare non resterà che l’orgoglio (ma quello almeno gonfia il petto).